L’Italia ha pagato un tributo di sangue altissimo alla coalizione internazionale che il generale Santo ha comandato tra il 2014 e il 2015. Cinquantatré soldati morti, centinaia di feriti e costi economici ingenti. È stato un sacrificio inutile? «Parliamoci chiaro» risponde Santo, «gli americani usano la Nato come vogliono e quando vogliono. I nostri politici hanno sempre seguito a ruota senza il supporto di un’analisi indipendente. Bisognerebbe comprendere le ragioni del nostro intervento in Afghanistan, quelle per cui ne siamo usciti e capire se i nostri 53 morti siano stati un sacrificio inutile o meno. I nostri governanti cosa hanno rappresentato e come hanno reagito quando Biden e Stoltenberg, segretario della Nato, hanno parlato di ritiro? Hanno concordato o erano contrari a tale decisione pur divenendone per forza di cose esecutori forzati?».

La resa improvvisa e tumultuosa di Kabul è stata dunque un errore delle intelligence occidentali? «La rappresentazione di cittadini impauriti, in fuga disordinata e spesso senza scampo di migliaia di afgani deve farci riflettere proprio su questo aspetto. C’è stato un indubbio fallimento della “copertura di intelligence” sulla caduta della capitale. Tutto si è svolto con una rapidità incomprensibile, considerando la sicurezza che gli americani confidavano sull’affidabilità operativa delle forze afghane. Non avevo alcun dubbio sul fatto che i talebani avrebbero riassunto il controllo del Paese» dice il generale Santo, «ma al di là delle mie personali opinioni sulla strategia americana, mi stupisce e rattrista l’assoluta assenza di un allarme da parte dell’intelligence.

A meno che non esista un accordo fra talebani e (ex) governo nazionale. Vantarsi domani di un “ponte aereo” per l’evacuazione dei connazionali e degli altri collaboratori afgani, e mi auguro che sia così, non discolpa il ministro degli Esteri Di Maio, quello della Difesa Guerini, il direttore dell’Aise (servizi segreti militari) e del CoVi (Comando operativo di vertice Interforze) dalla completa débâcle diplomatica e di intelligence. Qualcuno doveva pur fiutare come le cose stessero precipitando con un’accelerazione improvvisa e ingovernabile». Conclude Vincenzo Santo: «Draghi dovrebbe chiedere le immediate dimissioni di questi personaggi. Se siamo ancora in un Paese serio». Lo riporta Libero.
Non siamo un Paese serio. Fintanto che al governo abbiamo persone raccomandate da mafiosi, alti prelati pedofili, omosessuali e da comunisti che promuovono l’uso di droga di Stato.
abbiamo sacrificato vite umane, temo e soldi per niente. I vincitori della 2a guerra mondiale si devono nascondere
Come giustamente detto dal generale… l’Italia è un paese USA E GETTA…
Gli italiani, nn lo capiranno MAI.
BIDEN che scappa come 1 coniglio!!lasciando l orrore dietro di sé.. Di Maio… È il giusto rappresentante di 1 Italia DEFUNTA…
Senonché paese serio no siamo più da molto molto tempo…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Verrà tolto Il Reddito di Cittadinanza quindi non si dimetterà di certo…
Credo che negli incontri internazionali quando sanno chi è e che faceva prima rideranno di noi…
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